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Ronde e Passeggio notturno

14 Nov , 2019,
admin
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Stupisce sempre l’ineffabile capacità della politica di creare problemi che non esistono e poi di non sapere come risolverli.
Bell’esempio quello delle ronde di cittadini, pardon “osservatori volontari”, per controllare il territorio.

Per capire il problema, anzi il non problema, si tenga presente che la nostra Costituzione garantisce la libertà di associazione per scopi leciti e che senza dubbio è più che lecito, anzi doveroso, collaborare con le forze di polizia per disturbare chi commette reati o infrazioni amministrative e segnalare tali fatti, per aiutare ad individuarne gli autori.

Qualsiasi cittadino o gruppo di cittadini (perché vi è anche la libertà di raggrupparsi) ha il diritto di uscire anche di  sera o durante la notte e, ad esempio:
– sostare nei luoghi dove si spaccia droga o ci si prostituisce per indurre i delinquenti ad andare in altri luoghi;
– filmare o fotografare chi tiene atteggiamenti sospetti;
– avvisare le forze di polizia che è necessario un loro intervento;
– scortare signore sole e anziani. ecc.

Unico limite è, ovviamente, che non si commettano reati, come ad esempio quelli di molestia o di disturbo delle occupazioni delle persone; insulti; minacce, intralci alla circolazione e via dicendo.

Il principio è tanto pacifico che le associazioni ecologiste o animaliste possono nominare guardie giurate, spesso persino armate, che nessuna forza di polizia o nessun pubblico ministero ha mai avuto a che ridire per il fatto che ronde di ecologisti andassero a disturbare i cacciatori all’apertura della caccia (cosa che, tra l’altro, è senz’altro delittuosa perché si disturba un’attività lecita per cui si sono pagate anche le tasse).

È tanto pacifico che lo stesso decreto ministeriale prevede che già vi siano associazioni no-profit che svolgono compiti analoghi e quindi perfettamente legali.

Ma vi è di più: qualunque cittadino, di fronte ad un reato che obbliga un poliziotto all’arresto in flagranza di reato, può procedere direttamente all’arresto (art. 383 Cod. Proc. Penale), ovvero così agendo, viene ad espletare funzioni proprie di un pubblico ufficiale.

Il che vuol dire che i favorevoli a questa attività potevano semplicemente dire “invitiamo tutti i cittadini di buona volontà a collaborare, da soli o in compagnia, sia di giorno che di notte, con le forze di polizia per prevenire atti illeciti e per identificarne gli autori” e nessuno avrebbe potuto lamentarsene; anzi, le persone contrarie a questo, avrebbero dovuto spiegare perché come mai esse non sono cittadini di buona volontà e perché preferiscono non disturbare chi delinque.

Invece qualcuno si è inventato che chi fa il cittadino di buona volontà è una “ronda” ed apriti cielo; sebbene la parola non sia affatto squalificata e richiami più “le ronde del piacere” che ricordi minacciosi.

A leggere certi interventi sembra che non vi sia molta differenza fra le pacifiche ronde dei cittadini e le squadre della morte.
La nostra cultura si è avviata su di una strada molto strana: quella del garantismo ad ogni costo che garantisce tutti meno che il cittadino tranquillo

Guai ad essere severi contro chi sporca i muri, chi danneggia i treni e le auto, chi gira ubriaco e drogato, chi schiamazza tutta la notte sotto le finestre altrui.

Guai a tenere in carcere chi ha fatto danni enormi alla società, e solo con fatica si riesce a punire chi uccide guidando ubriaco.

Si è diffusa anche la strana idea che il cittadino tranquillo deve essere paziente perché tutti devono “esprimere la loro personalità”.

L’anormale diventa non chi crea disordine urbano, ma chi ne farebbe volentieri a meno.

Travolto da questa cultura trasversale, il Parlamento ha dato forma ufficiale agli “Osservatori volontari” dimenticandosi che non si può vietare ciò che la Costituzione consente (come vorrebbe certa parte) e che non si può regolare ciò che è un diritto (come ha fatto altra parte). Ed infatti le ronde sono state regolate.

Ma non vi è nessun divieto di fare ronde, pardon: “passeggiatine” come pare e piace.

Si è creata quindi questa comica situazione:
– che non è affatto vietato che qualsivoglia gruppo di amici alle due di notte faccia un giretto per la città per vedere se tutto è in ordine;
– che se il gruppo di amici si associa e dichiara di voler compiere la medesima attività diventa “Ronda” e cade nella macchina della burocrazia: deve comperare giubbotti, deve far sottoporre a visita psichiatrica i soci, deve compilare mucchi di domande pagando i relativi bolli, ecc.
– che le prefetture avranno un inutile ulteriore lavoro per controllare ciò che non ha bisogno di essere controllato;
– che ovviamente ben pochi saranno così sciocchi di dichiarare di essere ronde, ma si organizzeranno, al massimo, come “circolo sportivo per le passeggiate notturne” o “gruppo zoofilo per il controllo delle pantegane”; questi potranno portare anche strumenti atti a catturare le pantegane. E nessuno potrà farci nulla perché qualunque norma che ponesse dei limiti o delle sanzioni sarebbe in contrasto con la Costituzione.

O certi atti sono illeciti e allora basta il codice penale; oppure sono leciti e nessuno li può vietare o regolare.

È poi chiaro che non ha senso avere degli “osservatori” privi della sia pur minima tutela giuridica; ciò significa che gli osservatori devono girare di notte con un bel giubbotto catarifrangente, esposti a chiunque li voglia sbeffeggiare o prendere a sassate, armati solo del cellulare.

Il ministero dell’interno, invece di disporre che il giubbotto sia di colore giallo (forse per equiparare gli “osservatori” agli untori di un certo tempo), avrebbe fatto meglio ad imporre giubbotti antiproiettile.

A ben vedere, dall’atteggiamento delle Istituzioni verso i gruppi di volontari che si preoccupano di salvaguardare la sicurezza del territorio si trae un insegnamento: che l’azione delle “Ronde” è deleteria, nociva e pericolosa per la comunità.

Riuscirà mai la politica a cambiare atteggiamento?

Bè, come dire: noi la pensiamo diversamente e continuamo a fare dei giretti anche di notte.

2011/11/14

ARLUNO SICURA ALLE PORTE DEL 2018

30 Lug , 2018,
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Il 2018 è il quarto anno che vede il Comitato Arluno Sicura svolgere l’attività di sorveglianza del territorio mediante la presenza di propri volontari lungo le vie comunali e le strade periferiche fin verso frazioni, cascine ed aree industriali, nelle ore in cui queste risultano essere poco o per nulla frequentate.

Costituitosi verso la fine del 2014, sull’onda della novità della sua peculiarità e del disappunto causato nella cittadinanza dai continui furti nei cimiteri della zona, ha vissuto nel corso del 2015 momenti di cospicuo incremento degli aderenti per poi contrarsi nei due anni successivi fino a stabilizzarsi, alle soglie del 2018, a diciassette volontari attivi.

Tuttavia, il 2018 inizia nutrito da particolari presupposti di gratificazione.

Se il ridotto numero degli aderenti potrebbe far supporre che l’azione svolta sia poco apprezzata dagli arlunesi, l’ammontare delle donazioni raccolte mediante le cassettine dislocate in alcuni esercizi pubblici sanciscono decisamente il contrario: con gratitudine ringraziamo gli arlunesi che così ci hanno sostenuto e ci sostengono economicamente.

Altresì vogliamo ringraziare pubblicamente il Sig. Franco Caracciolo, titolare della Caracciolo Traslochi, per averci donato l’autovettura che ci consente, da quest’anno, di non più utilizzare le nostre autovetture private per effettuare i turni di osservazione.

Le cospicue donazioni raccolte con le cassettine sono servite per pagare le spese di gestione della vettura: tassa di circolazione, assicurazione, revisione biennale e sostituzione degli pneumatici.

Pur rimanendo sempre a carico degli aderenti l’acquisto del carburante e le eventuali spese di manutenzione, le donazioni raccolte sono state decisive nel scegliere se accettare o meno la donazione della vettura.

Per taluni l’utilizzo del proprio automezzo per svolgere questo servizio potrebbe essere un disincentivo ad unirsi a noi.

Pensiamo che, avendo rimosso questo ostacolo, altri possano essere invogliati ad incrementare i nostri ranghi e consentirci di ritornare a coprire, con ulteriori turnazioni, tutte le giornate e magari non solamente le ore serali e notturne, bensì anche quelle diurne, nelle quali avviene gran parte dei furti.

Anche nel corso del 2017 abbiamo percorso circa 12.000 km in turni di durata variabile tra le tre e le quattro ore, tra le 21 e le 4 del mattino. Risultati? Impossibile ponderarli, essendo privati cittadini non abbiamo accesso ai dati sensibili che possano indicarci un andamento, solo le autorità preposte possono valutarli.

Riteniamo però qualsiasi azione tendente a proteggere la sicurezza delle nostre famiglie e delle nostre abitazioni meritevole di essere attuata; e così facciamo.

Ciò che abbiamo notato in quattro anni di attività, transitando a bassissima velocità, con lo scopo appunto di osservare ciò che incontriamo, è che il numero delle abitazioni che sono state dotate d’inferriate a porte e finestre e dotate di impianti di allarme anti-intrusione sono perlomeno raddoppiate.

Viviamo prigionieri nelle nostre abitazioni.

Questo a noi di Arluno Sicura non piace, al punto tale da sentirci stimolati ad attuare quanto possibile per ridurre l’incertezza del vivere in questa precarietà.

Certamente non saranno le nostre “passeggiate” ad eliminare gli atti criminosi, così come non lo sono i pattugliamenti delle auto dei Carabinieri che di notte incrociamo per le vie del paese.

Tutto inutile quindi? Ognuno si dia la risposta che crede, ma pensi anche che Arluno Sicura può essere una opportunità di fare concretamente qualcosa invece che rassegnarsi o semplicemente ignorare se non addirittura negare il problema.

Oltretutto il nostro impegno non si limita a questo: certamente le persone alle quali abbiamo segnalato, a notte fonda, di aver scordato il cancello d’ingresso completamente spalancato ne hanno tratto vantaggio. Come pure il rimuovere di notte pietre, sacchi o contenitori di rifiuti posizionati ad arte malintenzionati vandali sulla carreggiata sarà stato di beneficio agli automobilisti che avrebbero potuto urtarli.

E cosa dire di persone sole che rientrano tardi, col buio, verso casa: probabilmente vedere sul loro percorso il nostro giubbetto ad alta visibilità, o veder transitare la nostra vettura potrebbe averle rincuorate.

E forse anche i giovanotti che abbiamo scoperto scavalcare di notte cancellate e recinzioni potrebbero aver scelto di recarsi ad attuare le loro malefatte altrove.

Siamo consapevoli che la miglior protezione possibile che i cittadini possano avere non è quella delle ronde.

Il passaggio in una strada non è sufficiente a garantirne la sicurezza, in quanto, dopo averla percorsa, è di nuovo vuota; in quella strada però vivono molti cittadini che, per esempio, attraverso particolari chat possono segnalare alle forze dell’ordine ciò che di anomalo vedono, restandosene a casa e senza correre rischi. In questo consiste il Controllo del Vicinato, già attuato in altri Comuni della nostra zona, ma non ancora attivo ad Arluno.

Il controllo del Vicinato serve soprattutto per ristabilire il senso di sicurezza dei cittadini ma, fintantoché non si riuscirà ad instaurarlo anche nel nostro Comune, riteniamo possa essere utile proseguire nella nostra azione.

Sapendo questo, ci stiamo indirizzando a tentare di organizzare la presenza di Volontari che si trattengano più a lungo sul territorio, in particolari aree che abbiamo individuato e in orari tardo-pomeridiani.

Ma ciò richiede un sensibile incremento dei nostri ranghi che speriamo di realizzare reclutando persone libere dal lavoro.

Chiunque fosse interessato a collaborare con noi in qualsiasi modo o forma con può contattarci al numero 388.783.8112.

UN’AUTO PER ARLUNO SICURA

22 Mar , 2018,
admin
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Da metà gennaio 2018 i volontari del Comitato Arluno Sicura non devono più utilizzare la propria autovettura per gli spostamenti durante i servizi di osservazione del territorio.

Il comitato dispone infatti di una autovettura donata dal titolare della ditta Caracciolo Traslochi.

Le offerte dei cittadini arlunesi, conferite mediante le cassettine dislocate in alcuni esercizi pubblici, hanno consentito di pagare le manutenzioni di ripristino della sua funzionalità, la tassa di circolazione e l’assicurazione RCA.

In questo nuovo contesto, chi non era propenso ad aderire ad Arluno Sicura temendo di esporre a rischi la propria vettura, si vede sollevato da tali timori.

Oltretutto sono notevolmente ridotti i costi supportati degli aderenti al Comitato limitandosi questi all’acquisto del carburante, fiduciosi che le offerte tramite le cassettine si concretizzino anche in futuro.